Molti imprenditori, che  vogliono trasferire le loro aziende o società ai figli, sono tenuti anche a valutare la modalità più conveniente per realizzare questo trasferimento, in termini di agevolazioni fiscali.

A tal proposito, la legge prevede una specifica agevolazione in materia di imposta sulle successioni e donazioni (art. 3, comma 4-ter, d.lgs. n. 346/1990).

Nello specifico, viene stabilito che i trasferimenti, tramite donazione oppure per successione ereditaria, a favore dei discendenti e del coniuge, di aziende o rami di esse, di quote sociali e di azioni non sono soggetti all’imposta.

Tuttavia, questa importante agevolazione si applica a condizione che i beneficiari, con il trasferimento per donazione o successione a loro favore, abbiano acquisito il controllo della società e lo mantengano per almeno cinque anni, il tutto da attestare tramite apposita dichiarazione resa in occasione della dichiarazione di successione o dell’atto di donazione.

Di recente, la Corte di Cassazione ha inoltre chiarito che è necessario l’ulteriore requisito dell’esercizio dell’impresa da parte della società le cui partecipazioni sono trasferite (Cass. n. 6082/2023).

Questo significa che l’agevolazione in questione non spetta nel caso di donazione ai figli di quote di partecipazione in società immobiliari, che non svolgono attività d’impresa, perché non hanno una effettiva e operativa attività economica.

Ne deriva che l’imprenditore dovrà valutare con cura ogni aspetto del passaggio generazionale di un’azienda o società, per poter effettuare l’operazione più conveniente in termini sia economici sia fiscali.

Avv. Francesco Gianfreda