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Risulta possibile escludere qualcuno dalla propria successione? Validità della “clausola di diseredazione”

Risulta possibile escludere qualcuno dalla propria successione? Validità della “clausola di diseredazione”

  • 25 Mar 2019

Può prevedere il testatore di escludere qualcuno dei suoi parenti dalla successione nei suoi beni, magari perché a lui sgradito? 

Il punto di partenza per risolvere il dibattuto quesito è l’art. 587 c.c. che, nel fornire la definizione di testamento, afferma che esso è l’atto con il quale taluno dispone, per il tempo in cui avrà cessato di vivere, di tutte le proprie sostanze o di parte di esse.

Innanzitutto bisogna premettere che non è possibile diseredare i cosiddetti legittimari, cioè quei parenti più stretti del testatore ai quali la legge riserva una quota di eredità (coniuge, figli e, in alcuni casi, ascendenti): la disposizione con la quale il testatore escludesse dalla propria successione ad es. il figlio sarebbe, quindi, invalida.

Rispetto a tutti gli altri parenti, invece, c’è stato, soprattutto in passato, un vivace dibattito.

Da un lato c’erano i sostenitori della tesi negativa, secondo i quali il termine “disporre” utilizzato nella norma di legge significava attribuire i propri  beni, per cui una previsione che semplicemente escludesse un parente dall’eredità non sarebbe stata valida.

Essi sostenevano che per escludere qualcuno bisognava attribuire tutti i beni ad altri.

Dall’altro lato, una diversa corrente di pensiero interpretava la norma in maniera meno rigida: “disporre” significava semplicemente, e più in generale, dare un assetto, regolare il proprio patrimonio, con ciò dando più libertà al testatore.

“Disporre” dei propri beni, secondo questi ultimi autori, significava anche esprimere la volontà di non volerli assegnare a qualcuno, diseredandolo.

La giurisprudenza della Cassazione, inizialmente, aveva accolto la tesi negativa, seppur con qualche correttivo, cioè ritenendo valida una disposizione diseredativa se, dal complessivo tenore letterale del testamento, si poteva comunque desumere una istituzione implicita degli altri parenti non diseredati.

Questo iniziale temperamento ha portato nel tempo ad accogliere la tesi positiva anche da parte della Cassazione, che è giunta ad affermare la validità di un testamento nel quale è contenuta anche soltanto una clausola di diseredazione.

In sostanza, pure il prevalente orientamento della Cassazione ha finito per dare maggior valore al principio di libertà e di autonomia negoziale del testatore.

Avv. Francesco Gianfreda 

 

 

 

Francesco Gianfreda
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