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Separazione e divorzio: assegnazione della casa coniugale in base alla “stabile abitazione” per i figli

Separazione e divorzio: assegnazione della casa coniugale in base alla “stabile abitazione” per i figli

  • 17 Giu 2019

In seguito alla separazione o al divorzio dei coniugi, è spesso argomento molto dibattuto e oggetto di contrasti quello dell’assegnazione della casa coniugale: ognuno di essi vorrebbe ottenere il diritto di abitarci, a discapito dell’altro.

Sia la legge che la giurisprudenza hanno stabilito, però, qual è il criterio a cui attenersi per stabilire l’assegnazione della casa coniugale: l’esclusivo interesse dei figli.

Viene stabilito, infatti, che il godimento della casa familiare è attribuito tenendo prioritariamente conto dell’interesse dei figli e non serve, invece, per realizzare il mantenimento del coniuge economicamente più debole.

Lo scopo delle norme del codice civile sul tema, confermato dalla giurisprudenza dei giudici della Cassazione, è quello di proteggere i figli minori ovvero maggiorenni, ma non economicamente autosufficienti, tutelando il loro interesse a restare nell’ambiente domestico in cui sono cresciuti, per mantenere le condizioni di vita e le relazioni sociali che in tale ambiente si sono stabilite.

La casa familiare è considerata il centro di affetti e consuetudini di vita, che ha contribuito e dovrà continuare  a contribuire alla formazione della personalità dei figli, ragion per cui deve essere assicurata a questi ultimi la possibilità di viverci assieme al coniuge affidatario.

In un caso specifico oggetto di pronuncia della Cassazione (Cass. Civ., ord. n. 25604 del 12/10/2018), è stato ulteriormente specificato che ha rilievo prioritario anche l’interesse della figlia maggiorenne, ma non ancora autosufficiente economicamente, la quale, essendo studentessa universitaria, viveva spesso “fuori sede” ma aveva comunque mantenuto un collegamento stabile con l’abitazione familiare, nella quale conviveva con la madre.

Dall’esempio appena esposto, deriva che il parametro della “stabile abitazione” per i figli va valutato caso per caso, al fine di decidere sull’assegnazione della casa coniugale, tenendo sempre ed esclusivamente conto dell’interesse della prole.

Avv. Francesco Gianfreda

 

 

Francesco Gianfreda
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